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ALCUNI  GIUDIZI  SULL'OPERA  DI  VENIERO  SCARSELLI

Luigi  Baldacci
            <Quello che stupisce nella poesia di Scarselli è la tenuta di tutti i suoi singoli momenti, l'arco della tensione (...) Questo poeta avrebbe la forza di cambiare le regole del gioco; se, naturalmente, il banco glielo consentisse>.

Giorgio Barberi Squarotti
            <Una sulfurea eloquenza (Torbidi amorosi labirinti, n.d.r.) che fa pensare ai sommi esempi della poesia barocca (...) C'è una disperata tragicità, che si esprime attraverso la rappresentazione dell'orrore e della degradazione, ma dove il discorso religioso ha una grande risonanza>; <Un ritmo narrativo, per squarci di visioni, perfetto (...) Il risultato è straordinariamente intenso>; <Quella di Scarselli (a proposito di Priaposodomomachia, n.d.r.) è una grande esplorazione delle tenebre della carne come dello spirito>; <Mentre la maggior parte dei poeti dice parole, la poesia di Scarselli dice verità (Il Palazzo del Grande Tritacarne, n.d.r.)>.

Michele Dell'Aquila
            <Bella Priaposodomomachia, che sarebbe piaciuta al grande Aretino (...) Immaginazione, ironia, gioco di sublimazione e dissacrazione: un bel saggio di stile alto e comico (...) Un eccezionale lavoro sulla parola e sulla dilatazione semantica>; <Straordinario Accaduto (...) è una straordinaria dilatazione dell'ambito tematico e del lessico della nostra poesia con forte immissione di vermiglio sangue barocco secentesco nell'esangue tessuto linfatico del Novecento>.

Vittoriano Esposito
            <Per la sua carica dirompente, Veniero Scarselli si conferma poeta assolutamente nuovo>; <Il grande assunto di Scarselli è di rifondare una poesia di pensiero che si distingua per gli alti contenuti spirituali e morali>; <Occorre che passi ancora del tempo, perché il caso Scarselli possa essere inquadrato nella sua giusta prospettiva storica (...) ma prima o poi s'imporrà all'attenzione di tutti, vincendo distrazioni e opposizioni, anche quelle più colpevolmente ostinate>.

Emerico Giachery
            <Non è facile parlare (...) della sua epica grandezza, del coraggio dello scavo in una dimensione esorcizzata spesso per viltà e poco consona allo snobismo dei letterati, che rifiutano il pathos e i grandi temi esistenziali> (Piangono ancora come bambini, n.d.r.).

Mario  Luzi
            <Una poesia viva, attiva, che non solo risuona per la grande eloquenza, ma lavora e va alla scoperta>.

Oreste Macrì
            Le opere di Scarselli sono saggi psicoanalitici nel laboratorio di se medesimo (...) Una dialettica fra razionale e irrazionale, fra materia e spirito, in cui la presenza del filosofo è costante>.

Valerio Magrelli
            <Bella, forte, accesa Priaposodomomachia, tra Francesco Colonna e Benn, ma anche vicina a certa pato-teologia, anzi "teopatia", di cui parlò Caproni>; <Ho rintracciato (in Eretiche grida, n.d.r.) tutta l'intensità, la congestione e insomma l'urgenza della scrittura di Scarselli>.

Walter Mauro
            <Poesia ardua e complessa, ma che forse indica alla parola poetica dell'oggi l'unica strada percorribile: quella che dalla concettualità del dettato conduce direttamente al mistero impenetrabile della scrittura; e in questo senso l'arsenale linguistico di Scarselli risulta quanto mai agguerrito e pertinente>.

Giancarlo  Oli
            <E' una poesia da cui il lettore è come irretito e indotto ad abbandonarsi mani e piedi legati alla voce del Poeta Maestro>; <E' il primo autore che dai tempi della scuola provo il gusto di leggere e rileggere e riascoltare>; <Solo un vero poeta, contro la folla anonima di critici e versificatori, poteva dedicare la sua vita alla poesia epica, senza piegarsi al vaniloquio imperante>; <Di libri così (Piangono ancora come bambini, n.d.r.) non se ne leggevano da moltissimi anni (...) Un poema struggente che si legge d'un fiato e che riconferma Scarselli in primissimo piano nel panorama della poesia contemporanea>.
 
Roberto  Pazzi
            <I libri di Scarselli sono fra le cose più notevoli che abbia letto negli ultimi anni (...) Egli ormai si è guadagnato un posto di assoluta originalità nella poesia contemporanea>.

Antonio Piromalli
            <E' opera di eccezionale arte, in cui il linguaggio è sovrano> (Torbidi amorosi labirinti, n.d.r.); <Ideologia e linguaggio  hanno una eccezionale novità. Non c'è nulla di simile, per originalità, nella nostra letteratura. Siamo oltre l'osceno, nel più segreto nocciolo umano> (Priaposodomomachia, n.d.r); <In esso avviene la fusione perfetta del contenuto e della forma. E' un'opera altissima, che non ha rivali oggi> (Eretiche grida, n.d.r).

Paolo Ruffilli
            <E' un testo (Priaposodomomachia, n.d.r.) di una formidabile potenza espressiva, specie in certi snodi, al culmine dei quali le parole scoppiano di colpo come dinamite>; <La descrizione di Dio, nello sviluppo della sua poetica, è tappa obbligata e insieme punto d'arrivo> (Staordinario accaduto, n.d.r.).

Mario  Sansone
            <Poesia sconvolgente fondata sopra una rigorosa e sconsolata concezione della realtà (...) su cui tuttavia pur ricorrono le luci della Bellezza, del Bene e del Vero (...) Poesia che deriva da un remoto e sicuro travaglio di meditazione, che perciò si distacca nelle forme e nei contenuti dalle consuete motivazioni liriche e stilistiche della poesia contemporanea> (Pavana per una madre defunta, n.d.r).

Stefano Valentini
«Il percorso poetico dell’autore toscano rappresenta una delle esperienze poetiche più radicali e importanti del panorama letterario italiano e questa breve opera [Diletta sposa] ne raffigura in qualche modo il vertice.»

Vittorio  Vettori
            <La singolarità, anzi l'unicità del caso Scarselli sta nell'intensissima emotività del dramma lirico>; <La poesia di Scarselli è contrassegnata da un'alta solennità laicamente religiosa, fortemente animata da un'intensa carica di vitalità (...) che si configura nell'organicità di un perfetto racconto poematico (...) Lo scavo in profondità nella dimensione viscerale e labirintica della natura umana si accompagna alla convincente assunzione in proprio di quel pensiero cristiano classico, eretico per l'effimero delle mode, ma ortodosso in una prospettiva di verità eterna che fa storicamente capo alla coscienza cosmica di Giordano Bruno, su una linea dove si ritrovano di secolo in secolo i massimi araldi dell'anima rinascimentale italiana>.

Andrea  Zanzotto
            <Poesia di forte intensità che origina da una improrogabile necessità del dire (...) e che forma un insieme unitario traboccante di vitalità>; <Un'ulteriore positiva fase (a proposito di Piangono ancora come bambini, n.d.r.) del Suo percorso poetico, ed apprezzo questa Sua "coscienza indagante" anche sul piano stilistico>.

Lucio  Zinna
            <Poesia veramente singolare, spesso sconvolgente, al tempo stesso tenera e terribile, elementare e complessa, reale e surreale, personale e universale, visceralmente mistica, in cui animalità, razionalità e spiritualità drammaticamente si fondono nelle più recondite latebre dell'Io e si elevano a vera poesia, vera come sa essere quella che rifugge dagli orpelli e si fa scienza del sublime>.

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